Workshop e Stanze di Dante

Workshop e Stanze di Dante

I Workshop e le Stanze di Dante sono laboratori pomeridiani attivati nelle scuole primarie e secondarie di primo grado rivolti ai bambini e ai ragazzi a rischio provenienti da famiglie svantaggiate o deprivate. 

I workshop sono spazi pomeridiani a cadenza settimanale in cui vengono svolte attività educative attraverso la peer education, che vedono quindi impegnati in prima persona giovani volontari delle scuole secondarie di secondo grado di Reggio Emilia, guidati da psicologi dell’Associazione. 

Tutte le attività dei workshop si svolgono in un’atmosfera ludica, in cui anche ciò che rimanda alla scuola non è proposto come esercizio, ma come gioco. 

Le Stanze di Dante sono gruppi di accoglienza realizzati all’interno delle scuole di Reggio Emilia, rivolti a bambini e ragazzi di recente immigrazione e centrati sull’apprendimento della lingua italiana e su un graduale e positivo inserimento nel nuovo contesto di appartenenza. 

Tali attività, come i Workshop, partono dall’impegno volontario di peer educator, ossia studenti delle scuole secondarie di secondo grado, guidati dagli psicologi dell’Aps Amici di Gancio Originale.

La catena dell’accompagnamento di Gancio Originale è declinata nell’insieme dei soggetti accomunati dal fatto di porsi in una situazione di scambio, intesa come un “dare, ricevere, contraccambiare” in base alla quale tutti, alla fine, risultano arricchiti per ciò che hanno dato e ricevuto lungo questo percorso.

I bambini ed i ragazzi a rischio ricevono le attenzioni loro necessarie per crescere e superare le situazioni di rischio e blocco in cui sono immersi, ma allo stesso tempo riescono a donare molto ai giovani volontari che, nei pomeriggi trascorsi insieme, si sono presi cura di loro: ai volontari essi donano, infatti, la possibilità di avere fiducia nelle proprie capacità di riparazione, nella loro funzione pratica di guida e di sostegno, soprattutto in chi raramente viene rinforzato dagli adulti rispetto a queste qualità.

I giovani volontari che prestano il loro tempo a questa opera di riparazione, acquisiscono inoltre un insieme di abilità, percezioni e concezioni nuove che provengono loro, prima ancora che dall’impegno, dal presupposto su cui esso poggia, cioè sull’assunzione della responsabilità dell’altro diverso da sé.